Nel 2022, per motivi personali e la pandemia, ho lasciato il teatro a Taipei e sono tornata a Tainan. Poco dopo, con una valigia, sono arrivata in Italia.
All’epoca pensavo che ogni spettacolo fosse un addio. Non immaginavo che il teatro mi avrebbe seguita anche qui.
Alla prima lezione ho incontrato Serena e l’architetta Elisabetta Bianchessi nel corso di design comunitario. Quando mi sono presentata, Serena ha detto di essere regista teatrale. Ho pensato: “Anche il dio del teatro vuole che io continui”.
Elisabetta ci ha guidato a dialogare con la comunità e la natura attraverso linguaggi non verbali. Entrambe ci hanno offerto spazi reali per sperimentare con il pubblico, con grande generosità.
Ho avuto la fortuna di collaborare con Serena nel Laboratorio Silenzio. Lì ho incontrato artisti che vivono l’arte con autenticità, e ho iniziato a ripensare al senso del teatro e della performance. Serena è poi diventata la mia tutor di tesi, con cui ho esplorato come l’arte partecipativa possa rafforzare le relazioni umane.
Una volta ho chiesto a Elisabetta se fosse stanca. Mi ha risposto: “La mia vita è piena di cose belle”. Anche noi siamo felici di aver vissuto un pezzo di quella bellezza nel suo giardino.
Quest’anno, come regista, costumista o attrice, ho avuto la gioia di ritrovarmi con voi in un angolo del mondo. Forse vi ricorderete di me mentre correvo dietro le quinte…
Durante l’ultima performance, guardando i volti sul palco e chi lavorava nel backstage, ho pensato: è questa la nostra vita. Fatta di gesti apparentemente invisibili, ma pieni di significato.
Grazie a chi ha reso possibile questo giardino. Con IL GIARDINO DELLE DELIZIE abbiamo cercato di guarire noi stessə e condividere bellezza. Le storie, come campanelli mossi dal vento, tornano a farsi sentire.
Grazie al pubblico. Speriamo che lo spettacolo vi sia arrivato al cuore.
